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Saggi di critica d'arte

261863
Cantalamessa, Giulio 26 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Saggi di critica d'arte

stampato; e la differenza che c’è tra un pubblico di uditori e un pubblico di lettori determina sempre in chi scrive un differente atteggiamento

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, non c’era stata però prima dei Caracci scuola più ricca di fisonomie varie. Quel che collega i caracceschi è la tendenza sempre ricorrente alle scene

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non inutile ricordare il suo primo maestro, perchè Guido non ne dimenticò si presto gl’insegnamenti. C’è in questa pinacoteca un suo quadro molto

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condizione posta da Dio perchè i grandi ingegni possano afferrare sè stessi. Ma nel nostro caso c’è un’altra considerazione da fare. Guido desunse dal

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vegetazioni anormali, si abbandona libera alla sua naturale espansione, producendo senza sforzo i suoi frutti. Non c’è stento sapiente che valga la

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genere c nella Maddalena detta dei Corsini, di cui c’è a Bologna una bella copia nella sagrestia di S. Michele in Bosco, dipinta da Domenico Canuti

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esaminato che una parte. C’è un quadro, Signori, nella vostra pinacoteca che li compendia tutti, salvo quell’unico, sì importante di cui ho ragionato

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metà del nostro secolo ne ha avuto dei più feroci nella setta dei preraffaellisti inglesi: Rusckin lo ha addentato caninamente; c’è stata esitazione

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emulava il Caradosso, e che costoro lo aiutassero nei suoi nuovi esperimenti, ed ei si lasciasse consigliare un po’dall’uno un po’dall’altro. Non c’è

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. Non mi pare possibile rivelare meglio di così l’intima attività morale. Ma c’è un’altra pittura del Francia che assai più chiare ha le tracce d

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sparire il vero nelle variabilità degli accidenti di luce. Sapienti oramai del reale, pensavano: quella linea effettivamente c’è, dunque dobbiamo

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quali ho dato una traccia descrittiva, alle altre opere, sempre c’è una nota fondamentale: la serenità. Naturalmente placido, ei rifuggiva per istinto

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Delaborde, non c’è nello stile la parsimonia energica del Pisanello e di Sperandio, se il desiderio di affinare e addolcire angoli e parti risentite trae

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sin allora. Gli estremi termini del mondo non erano dunque là!... C’era altro spazio dà conquistare! Nei giovani l’ammirazione diviene sempre

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Francia e di Raffaello non erano tuttavia diversi per la natura; tra il Francia e Michelangelo, al contrario, c’è vera opposizione. Le evoluzioni in quel

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significato, non risalgono al ganglio da cui s’irradia quella vita potente; c giungono presto anche all'alterazione di quei caratteri superficiali, giacchè a

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tracciata dal maestro. Non s’avventurarono a percorrerne ogni spazio; ma non si chiusero, come gli altri, in tanta angustia di siepe. C’è una formola

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regole scolastiche; e non c’è altro da dire. Lodevole molto però è la figura della santa, gentile c modesta quanto nobile, con un senso, finissimamente

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esercitato. No: morto Francesco Francia, non si trova più a Bologna quel suo disegno ove c’è una purità e una ritenutezza quasi di vergine, nè quelle

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raffaellisti non solo, ma tra le purgatissime delicatezze di Benvenuto Garofolo, tra la florida grandiosità di Girolamo da Carpi, tra il brio decorativo c

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Innocenzo e il Bagnacavallo ? Benissimo, per chi nel disegno non mira che ad un ideale scolastico; ma non c’è una linea che attesti una percezione

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Ho detto che è facile distinguere l’un dall’altro questi due artisti. Il Bagnacavallo è coloritore più succoso, più armonioso. C’è un suo quadro d

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Malvasia, la terribilità michelangiolesca. Del resto, la composizione è buona. C’è nell’ampiezza della scena una quiete conveniente al soggetto

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ingannevole, ove non c’è che l'approssimativo della forma, ove le carni non hanno consistenza. Dinanzi al Bagnacavallo e ad Innocenzo da Imola convien passare

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’idea di quel ch’ei valesse come pittore di tavole d’altare, si guardi lo Sposalizio della Madonna in pinacoteca. L’imitazione di Raffaello c’è; ma

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Perchè dunque ora permetto la stampa di questi discorsi? C’è talora intorno a noi qualcosa di energico onde la nostra volontà è menomata od affatto

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